Carati dell'oro: cosa indicano?

Oro.

Scommetto che la prima immagine che vi viene in mente è un bel lingotto dal colore giallo caldo, dalla forma perfettamente geometrica, magari con un bel marchio impresso sulla faccia superiore con la scritta “AU 999.9”.

In questo caso state pensando all’oro puro, ovvero a un materiale che contiene oro (dal latino Aurum, AU) al 99.99%. Questo tipo di oro viene comunemente usato per investimento, in quanto l’oro puro è tecnicamente impossibile da lavorare per le sue caratteristiche fisiche (troppo tenero).

In oreficeria, l’oro puro viene fuso con altri metalli creando delle leghe di oro che conferiscono proprietà fisiche più adatte alla lavorazione. I gioielli che avete a casa e che trovate in negozio, anche quelli con il contenuto di oro maggiore, sono tutti creati con delle leghe che includono oro e altri metalli come il rame e l’argento.

Il contenuto di oro in tali leghe (in gergo, il titolo dell’oro) viene indicato con i carati, che corrispondono a delle precise percentuali di oro puro in una quantità X di lega:

oro 22kt=91,7%

oro 18kt=75%

oro 14kt=58.5%

oro 9kt=37.5%

Secondo lo schema quindi, un anello in oro 14 carati che pesa 10 grammi contiene 5.85 grammi (58.5%) di oro puro e 4.15 grammi di altri metalli.

Ricorda: più il titolo è alto, più il tuo gioiello ha valore perché contiene più oro!

In Italia e nel mondo occidentale, la maggior parte dei gioielli che indossate e che acquistate in negozio sono in oro 18kt. Gioielli in oro 22kt sono diffusi principalmente in Medio Oriente e nel Sud-est asiatico, mentre prodotti in oro 14kt dominano i mercati del centro ed est Europa.

A occhio nudo è impossibile distinguere il titolo dell’oro, perciò la legge prevede che qualsiasi oggetto di oreficeria abbia un “punzone”, ovvero una incisione visibile anche a occhio nudo che indica la tipologia di lega utilizzata. Ricordati di controllare sempre che il titolo indicato sul punzone corrisponda al titolo che intendi acquistare!